CITAZIONE (Kurt non si arrende @ 22/10/2011, 08:53)
Ovviamente Massimo, che ne sà ben più di me di queste cose, storgerà la bocca perchè far coesistere due materiali che hanno reazioni così diverse comporta non pochi problemi oltretutto in cosiderazione della fatica che si scaricherà a lungo termine sullo strato intermedio.
le formule di calcolo che misi a punto allora, servivano proprio a calcolare il bilanciamento fra i vari strati di un sandwich ibrido, costituito in sostanza da una pelle interna, un core ed una esterna di tre materiali diversi, e facemmo molte prove accoppiando vari tipi di pelli in kevlar, carbonio, vetro, alluminio, e vari tièpi di core, dall'honeycomb in alluminio, in kevlar, in policarbonato, ayrex, termanto ecc.....
ogni tanto, probabilmente ricorderai qualche discussione in merito, mi tocca rispondere a chi pensa che l'accoppimanto fra vetro e carbonio nelle canne da pesca sia un problema insormontabile.... in realtà le migliori canne USA, o le migliori giapponesi come le Fisherman, sono fatti accoppiando vetro e carbonio, ed il "segreto" del comportamento ripartito di molte mie canne sta proprio in un utilizzo particolare basato su un sandwich fra tre, a volte quattro tipi di fibre diverse, la fortuna e sfortuna insieme di tali sistemi costruttivi è che sono realizzabili solo artigianalmente e richiedono una arttenzikone che li relega a produzione di numeri piccolissimi
per le barche, come per le tavole da surf, tanto per dire, il risparmio di peso richiede lo stesso approccio, almeno allo stato attuale delle tecnologie economicamente giustificabili, quindi è complicato pensare a produzioni in grande serie per barche sofisticate e contemporaneamente da battaglia...
tanto per fare un esempio che oggi può essere considerato di riferimento in Italia, il metodo di Andrea Lia è probabilmente quello più appropriato, per il genere di barche che produce, tecnologia artigianale avanzata, utilizzo dei materiali corretti dove servono
una barca che per geometria di carena non può contare su una stabilità di forma apprezzabile, non solo non ha necessità di avere la carena in sandwich, ma, addirittura, si giova di una struttura di carena massiccia e pesante; partendo da questo, è corretto l'approccio d alleggerire progressivamente le strutture al di sopra della carena, ed è corretto anche dal punto di vista economico.
l'eterno pregiudizio che una barca per tenere mare deve essere pesante, in sostanza, deve cedere il passo alla valutazione sulla posizione del baricentro
mi sembra che comunque si sia tutti (e caso raro e strano pare lo siano pure la maggior parte dei cantieri) d'accordo sul fatto che la struttura a sandwich vada utilizzata nelle parti fuori dall'acqua
caso a parte fanno i sandwich realizzati utilizzando non materiali leggeri ma feltri impregnabili, che, pur non producendo strutture leggerissime, consentono un elevatissimo irrigidimento ed una affidabilità a prova di barca da battaglia;
CITAZIONE (pietropesca @ 22/10/2011, 09:31)
Barche da pesca con carena in sandwich?
In Italia i Cantieri CBS di Fiumicino, noti per la produzione di barche a vela (in sandwich), hanno prodotto da fine anni '80 a tutti gli anni '90, una linea di pescherecci dagli 11 ai 15mt.
Praticamente tutte queste barche sono in Sardegna, dove all'epoca una rimpianta Legge della Regione finanziava l'acquisto di barche da pesca ai residenti da almeno 5 anni per il 75% a fondo perduto ed il 25% ad un tasso agevolato.
mi pare di ricordare quelle barche, in effetti io mi riferivo a barche da lavoro/diporto, ovvero barche per noi ricreativi, non per la pesca professionale
ma avevano anche la carena in sandwich?