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| SOTTOMARINA Erano partiti da Padova, Belluno e altre città venete per fare pesca sportiva nelle acque tra Chioggia e il Polesine. E gli era andata anche bene, perché avevano catturato cinque esemplari di tonno, per un peso complessivo di 350 chili (alcuni nella foto in alto). Ma i quattro amici in questione son dovuti tornare a casa senza la preda e con una multa da 4000 euro da dividere tra loro, visto che il tonno era della specie protetta tonno rosso, la cui pesca è severamente regolamentata. A “rovinare” loro il week-end, fino a quel momento ricco di soddisfazioni, sono stati i militari del nucleo di Polizia marittima della guardia costiera che li hanno sorpresi mentre cercavano di vendere le prede catturate a una ditta locale. Un intervento che, tra l'altro, ha “salvato” anche il commerciante in questione dalla tentazione di commettere un reato. In quanto specie protetta, tutte le catture e i passaggi commerciali del tonno rosso, infatti, devono essere accompagnati dal Certificato di cattura Bcd, che traccia le diverse fasi della filiera, dalla pesca al trasporto, agli allevamenti e alla commercializzazione, su tutto il mercato mondiale. Inoltre la normativa stabilisce il divieto di vendere le prede per chi esercita la pesca a scopo ricreativo come, in teoria, i quattro amici in questione. Pertanto questi ultimi non avrebbero dovuto cercare di pagarsi le spese del week-end in barca vendendo i tonni, ma avrebbero dovuto liberarli dopo la cattura. I cinque esemplari di tonno rosso, comunque, sono stati sequestrati dagli uomini della guardia costiera e messi in vendita all’asta al mercato ittico di Chioggia. Il ricavato è stato versato interamente nelle casse dell’amministrazione statale. Diego Degan
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