pietropesca |
|
| In gioventù, per 5/6 anni, la traina col rapala al branzino è stata la mia unica pesca, quella che mi ha fatto appassionare alla traina. Sono stato un volenteroso autodidatta aiutato dai libri "Sintesi di Traina Pratica" e "Traina Rapala" del compianto Fabrizio Bonanni, per me indimenticato esempio di signorilità e correttezza giornalistica al quale dovrebbero ispirarsi i tanti attuali "pennivendoli" e "stiratori di tonni" del giornalismo di pesca di oggi. Dopo anni di evoluzione e modifiche ero arrivato a 1 pesce ogni 3 ore di traina, che per me era soddisfacente. Ho smesso quando mi sono appassionato di traina col vivo e di palamiti (tutto non si può fare).
Il mio assetto tipo era: - rapala (nell'ordine di resa) 13 Magnum o Husky o sliver, colori RH, SM, S - velocità dai 4 ai 5nodi scarsi - dacron autoaffondante multicolore 36lb (a quelle velocità 0,30mt ca ogni colore + l'affondamento proprio del rapala) - 10/15 mt di terminale dal 0,30 allo 0,40 - fondali dai 7 ai 18mt, secondo luogo, orari e stagione - orari dalle primissime luci del mattino (fondali più bassi) a tutto il giorno (più in profondità)
Ad Aprile/Maggio di prima mattina erano frequenti palamite di bella pezzatura (dai 4 ai 6 kg) che, da noi, atterrano proprio di primissima mattina.
E' una pesca difficile e tecnica non per le capacità combattive del branzino (inesistenti, a volte è difficile distinguerlo da un sacchetto di plastica) ma perché è un pesce "strano" e non prevedibile più di tanto.
p.s. mi è venuta voglia di riprendere....
|
| |