SCAFI IN SANDWICH

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Kurt non si arrende
view post Posted on 22/10/2011, 09:33




D'accordissimo sul fatto che la strada per mettere insieme materiali diversi è percorribile, salvo che dall'alto del ns sapere vogliamo mettere in discussione quanto fatto per A380 o per i nuovi Boing, salvo il fatto che è ancora lunga per arrivare sia ad una economicità ma anche per una utilizzabilità da parte dei ns cantieri.

E mi trovi non d'accordo ma stradaccordo sul fatto che la carena deva essere in vetro pieno in opera viva ANCHE per i vantaggi che si ottengono per il baricentro della barca, cosa che non è tenuta di conto da tantissimo utenti. Vale anche il discorso inverso, cioè la necessità d'alleggerire tutto ciò che stà in alto e più in alto è, maggiore è l'esigenza.

Sull' assioma più peso/migliore tenuta di mare sfondi una porta aperta, ne abbiamo già discettato diverse volte. Il problema è conciliare peso/volumi, ergo larghezza/disegno di carena valido per la tenuta di mare. La mia impressione è che la via delle carene coniche, sia quella da percorrere per ottonere un bilanciamento più equilibrato.

La cosa che si confonde spesso è che un manufatto peso è anche un manufatto nella norma più rigido e solido, e che la sua "supposta" migliore tenuta di mare derivi dal peso, non dalla rigidità dello scafo ( escludo ovviamente la particolarità di certi, non tutti, i gommoni).

X Pietro

Capisco ma non concordo pienamente su quanto dici, fermo restando la "comunione" del vetro pieno in opera viva.

In particolare direi che parlare di barche da pesca professionali per giustificare un certo tipo di ragionamento lo trovo ( scusami, vorrei usare parole meno "forti" perchè non vorrei esprimermi così, ma non riesco in questo momento non riesco a trovare la frase giusta) sbagliato.

La barca professionale è un camion, lo scafo da corsa è una F1. Nel mezzo, con le ns variegate necessità, ci troviamo noi...percui una barca da pesca ha necessità di robustezza nel quotidiano e nella durata che mal si consiliano con le esigenze di un diportista.

Personalmente oggi come oggi mi piacerebbe avere una barca che facesse 50 miglia l'ora anche con un pò di mare e che mi consumasse poco o niente, perchè il mio tempo è purtroppo limitato ed i posti divertenti distanti. Ma questa è una mia esigenza personale che non rispecchia necessariamente la tua o quella di altri.

PS: non arrivo alle tue ore in barca, se parli di motori in moto, ma direi che ne ho fatte diverse migliaia pure io. Diciamo che da giovane, cosa di tanto tempo fà aimè, facevo una media di 500 ore di moto l'anno e che il log del mio Ocean segna 23.000 miglia...che non comprende l'ore dell' AL, quelle passate in barca di amici e quel poco di vela che continuavo a fare. Francamente non mi sento proprio uno sprovveduto appena arrivato al mare... :D
 
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pietropesca
view post Posted on 22/10/2011, 10:01




CITAZIONE (Kurt non si arrende @ 22/10/2011, 08:53) 
X Pietro

Non vorrei essere stato frainteso. Per quanto riguarda l'opera viva, anch'io sono dell'opinione che il sandwich sulle barche a motore non vada bene, perlomeno nelle applicazioni da utenza "normale" come siamo noi.

Il sandwich dà dei vantaggi enormi e, scusami, il tuo proverbio è un proverbio adesso non più applicabile. Quando vedi che delle barche a vela tipo quelle della Volvo, riescono a tenere delle MEDIE giornaliere di 27 Kn, con punte da 42 nodi, ti rendi conto che queste formula uno ( uso questo termine proprio perchè le formula uno non sono macchina da utente quotidiano come simao noi) riescono ad avere delle prestazioni inverosimili. Anche perchè gli sforzi in gioco sulla barca a vela non sono solo relativi all'impatto con l'onda ma anche ad i carichi relativi al peso in carena ( nel centro della barca, come la spinta dell' albero) che si oppone ad i carichi ai vertici del manufatto, cioè le sartie etc.

Vale forse anche la pena di ricordare che i Coppa America sono ( erano forse farei meglio a dire) delle barche larghe meno di 3 metri e lunghe oltre 20 il cui scafo pesava solo 2,000 kg pur avendo 20 tonnellate in chiglia e tensioni di varie tonnellate sugli estremi ( poi si arriva alla complicanza delle flessioni/deformazioni pilotate/certificati di stazza etc. etc., ma questa è un altra storia).

Detto questo, a mia personalissima opinione, la barca "moderna" dovrebbe essere fatta in infusione con l'opera viva in "pieno", per tutti i problemi sopra esposti, in sandwich in opera morta con ampio intervento di carbonio nelle pelli interne, montre tendenzialmente tendo a scartare l'idea delle pelli esterne in questo materiale. Questo a causa della sua fragilità agli urti "taglienti".

Ovviamente Massimo, che ne sà ben più di me di queste cose, storgerà la bocca perchè far coesistere due materiali che hanno reazioni così diverse comporta non pochi problemi oltretutto in cosiderazione della fatica che si scaricherà a lungo termine sullo strato intermedio.

Però i grandi vantaggi che si ottengono nella rigidità/leggerezza/abbassamento del baricentro nell'utilizzo di questi manufatti è innegabile.

I cambi automatici, i freni, le turbine di una certa generazione etc. etc, hanno una derivazione sperimentata prima in pista e poi traslata nella produzione normale. Anche se c'è da dire che tanta di questa "roba" ha derivazione prima aereonautica ( l' ABS, per esempio, o i freni in ceramica)...

Ciao Kurt.
Su parecchie cose sono d'accordo.

Non lo sono sul fare un paragone tra una barca da Coppa America o una monoposto di Formula 1 e barche o auto destinate ad un normale utilizzo "privato".
Lo sono sul fatto che alcune, non tutte le soluzioni "inventate" e testate in ambiti "race" estremi possano poi venire utilizzate sull'auto o sulla barca destinata all'utilizzo normale.

E' la mia forma mentale che non mi aiuta ad accettare certe soluzioni costruttive "spinte" e mi porta a qualificarle come "masturbazioni mentali" o, peggio ancora, di marketing.

Io intendo la barca come un mezzo destinato ad un particolare utilizzo, che sia diporto o lavoro.
In entrambi i casi questo utilizzo avviene in un ambiente ostile, il mare, dove chi "comanda" la barca ha la responsabilità della sicurezza propria ma soprattutto di equipaggio, passeggeri, merci (se da lavoro) o ospiti (se da diporto).
Per svolgere la sua funzione la barca "normale" deve avere una durata e, soprattutto, fornire "sicurezza" nel tempo la più lunga possibile.
La barca da Coppa America o il Vor che "vola" a 42 nodi sono tutta un'altra cosa.
(tra l'altro i Coppa America sono progettati e costruiti proprio per "navigare" con venti deboli e mari calmi).

Al normale utente nautico non mi pare "necessaria" una barca da 50 nodi, mi parrebbe più utile "fornire" soluzioni, ancora sconosciute ai più, soprattutto per quanto riguarda l'impiantistica.

Quante barche da diporto vedi con le Lupe sulle prese a mare? Quante con allarme acqua alta in sentina?


Non sono comunque refrattario alle novità, sono anche discretamente (ripeto solo discretamente) aggiornato su di esse.
E' semplicemente che preferisco che i miei quattrini, quando acquisto un bene costoso, comunque di per se stesso "delicato" e che "deve" durare, funzionare e rimanere "sicuro" nel tempo, vadano a qualcosa di ampiamente e lungamente sperimentato.
E rimango convinto che queste tecniche ancora non lo siano.
(Il sandwich lo è stato, ed i risultati sono sotto gli occhi di tutti).
Quanto al "In mare il meglio è nemico del bene" mi spiego meglio.
Se io posso avere una barca di 10mt con carena in vtr "piena" (tecnica costruttiva e materiale stracollaudati), coperta e cabina in sandwich, che a pieno carico naviga confortevolmente tenendo una crociera oltre i 20 nodi con 500hp complessivi vedo solo 3 motivazioni per decidere di costruirla con tecniche e/o materiali esotici solo per i seguenti motivi:
1. costi più contenuti;
2. diminuzione di peso che influisca sensibilmente su prestazioni e consumi;
3. qualche genio del marketing (cantiere o progettista) che sia riuscito a convincermi che "ho bisogno" di farla così;
4 il fatto che io sia una "fashion victim".

Ma:
1. i costi sono superiori;
2. la diminuzione di peso per ora non è tale da influire "realmente" su prestazioni e consumi e, comunque una barca "troppo"
leggera navigherebbe peggio;
3 nessuno è mai stato così convincente;
4. grazie al cielo non lo sono.

Tanto per non essere frainteso ripeto ancora.
Non voglio insegnare o imporre alcunché.
Sono semplici opinioni e pareri personali.
Io la vedo come una questione di priorità: io la do a certe cose, altri ad altre.


p.s.
Il freno a disco venne "inventato" in Inghilterra a fine '800 e brevettato nel 1902.
La Jaguar li utilizzò in Formula 1 negli anni '30.
La prima auto a montarli di serie fu la Triumph Tr3, nel 1956.
Sono di serie su tutte le auto da una ventina di anni appena.
Mi sembra un periodo di gestazione piuttosto lungo, durante il quale saranno stati commessi errori (nei primi anni) e saranno stati risolti problemi di costi di materiali e/o produzione (negli ultimi).
Errori che qualcuno avrà pagato trovandosi un apparato frenante malfunzionante o poco affidabile.
Costi di materiali e/o produzione che li rendevano applicabili solo a vetture di alta gamma ( e conseguente prezzo):

Errori che e costi che acquistando una barca non voglio rischiare di dover pagare.

Edited by pietropesca - 22/10/2011, 13:14
 
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Kurt non si arrende
view post Posted on 22/10/2011, 13:19




Non devo essermi spiegato bene, non mi riferivo ai freni a disco "normali" ma quelli in ceramica/carbonio.

Per quanto riguarda il non fare "la sperimentazione sulla sua pelle" posso capirlo, intendiamoci bene. Però siamo partiti con i freni a tamburo, anche nei miei anni giovanili, ed ormai siamo approdati tutti sul freno a disco con ABS.

Per quanto riguarda il paragone fra camion, autovettura e F1, era solamente fato per traslare un paragone fra una barca da pesca, la barca di una utenza diportistica e un racer come un VOR. Come la citazione del Coppa America non era dovuta alla sua capacità di reggere il mare, molto limitata invero, ma quanto di reggere agli enormi sforzi a cui è sottoposto. La struttura di un Coppa america pesa più o meno 100 Kg al metro lineare e, nonostante questo, riesce a copportare una spinta di 20 tons del bulbo più la compressione dell'albero al centro mentre a prua e poppa subisce spinte opposte per tante tonnellate. Per me è semplicemente una magia. I VOR sono costruito con lo stesso concetto strutturale ( se non mi ricordo male uno scafo nudo pesa sui 4000/4200 kg) e credo che nessuno di noi si possa azzardare a dire che non sono robusti.

Facendo comunque un passo indietro, in buona sostanza te stai dicendo "non mi convince chi cerca di appiopparmi una barca in composito perchè di vantaggi non ne ho mentre ho tutta una serie di svantaggi, a cominciare dal costo". Direi che posso relativamente condividere il tuo punto di vista relativamente a quanto il mercato offre. Ma te sai meglio di me, essendo un professionista, che la produzione nautica ha ben poco d'industriale e ben poco di progettazione ben fatta e seria a monte.

La mia tesi è un attimo diversa: ci sono, o meglio ci sarebbero, dei grossi vantaggi a "pensare" la struttura di una barca con l'utilizzo di certi materiali.

In altri termini:
la barca, fatta in opera viva in "pieno" ( e su questo siamo tutti d'accordo) con l'utilizzo di certi materiali tipo il carbonio, può venire più leggera. Meno peso significa meno cavalli ma si pone subito in prima battuta un problema d'innalzamento del baricentro della barca che è uno dei componenti essenziali della stabilità della stessa. Il passaggio successivo è quello d'alleggerire ulteriormente tutta la struttura che è in opera morta e più in alto andiamo, più bisogna avere cura nell' alleggerimento

Non è che siano concetti astrusi e sono abbondantemente utilizzati anche dalle navi commerciali recenti tipo le navi da crociera che utilizzano l'alluminio in coperta oppure i marmi alleggeriti per gli arredamenti, come altri mille accorgimenti.

Tornando un passo indietro, una barca più leggera comporta l'utilizzo o di minori larghezze oppure di piani con angoli differenti. Le minori larghezze comportano ovviamente minori volumi, angoli inferiori comportano minor "aggressività" nei confronti del mare.

Una coperta troppo corto, insomma.

Secondo me il futuro si deve confrontare con i nuovi sistemi di propulsione e con l'avvento delle nuove tecnologie, a similitudine dei freni a disco.

E non è vero che una barca costruita in materiali esotici costa di più A PARITA' DI PRESTAZIONI. Te la vendono più cara, questo si, ma se uno volesse mantenere le stesse prestazioni, il piccolo maggior costo verrebbe tranquillamente compensato dall'utilizzo di motorizzazioni inferiori.



Poi, che per fattori di moda o di furbizia, si cerchi di gabellare fischi per fiaschi, che un venditore ti chieda il 20 o il 30% in più perchè ha usato fibre "nobili", magari senza tenere di conto del controllo dell'umidità dell'ambiente o della temperatura, oppure della rapporto resina/fibra utilizzato, questa è tutta un altra storia e, purtroppo, rientra nel classico pressappochismo di tanti, anzi tantissimi personaggi che gravitano nella nautica.
 
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pietropesca
view post Posted on 22/10/2011, 14:26




CITAZIONE (Kurt non si arrende @ 22/10/2011, 14:19) 
La mia tesi è un attimo diversa: ci sono, o meglio ci sarebbero, dei grossi vantaggi a "pensare" la struttura di una barca con l'utilizzo di certi materiali.

Concordo al 100% su "ci sarebbero".
E'. come dici tu stesso "una coperta troppo corta"

CITAZIONE (Kurt non si arrende @ 22/10/2011, 14:19) 
E non è vero che una barca costruita in materiali esotici costa di più A PARITA' DI PRESTAZIONI. Te la vendono più cara, questo si, ma se uno volesse mantenere le stesse prestazioni, il piccolo maggior costo verrebbe tranquillamente compensato dall'utilizzo di motorizzazioni inferiori.

Poi, che per fattori di moda o di furbizia, si cerchi di gabellare fischi per fiaschi, che un venditore ti chieda il 20 o il 30% in più perchè ha usato fibre "nobili", magari senza tenere di conto del controllo dell'umidità dell'ambiente o della temperatura, oppure della rapporto resina/fibra utilizzato, questa è tutta un altra storia e, purtroppo, rientra nel classico pressappochismo di tanti, anzi tantissimi personaggi che gravitano nella nautica.

Puro Vangelo.
(Anche se non mi sento di condannare del tutto chi, con capacità, passione, ingegno ed impegno economico superiori ai concorrenti ha sperimentato particolari soluzioni e, sul prezzo del prodotto finale, "carica" il suo know-how, ovviamente entro limiti ragionevoli)

CITAZIONE (Kurt non si arrende @ 22/10/2011, 14:19) 
Non è che siano concetti astrusi e sono abbondantemente utilizzati anche dalle navi commerciali recenti tipo le navi da crociera che utilizzano l'alluminio in coperta oppure i marmi alleggeriti per gli arredamenti, come altri mille accorgimenti.

Lo vedrei un esempio di coperta troppo corta.
Sono costretto a progettare navi troppo alte che, sul piano funzionale, sono orrori naviganti per soddisfare un mercato che richiede un certo tipo di offerta crocieristica.
Ottengo enormi spazi interni per poter ospitare un maggior numero di passeggeri (tutti con cabine ponte esterno & "terrazzo" e potergli offrire sempre maggiori "delizie").
A questo punto mi ritrovo una nave con baricentro enormemente rialzato, quindi poco o punto "stabile" e, come hai spiegato tu devo progettare le sovrastrutture in modo da abbassarlo

Il settore mercantile ha logiche diverse da quelle del diporto.
Se metti sul mercato crocieristico una nave "all'antica" (e cioè con cabine su ponti superiori ed inferiori, senza campi da tennis, basket, percorso jogging, 6 o 7 ristoranti etnici, kinder garten ......) non otterrai una prenotazione.
E qui vale la pena di affrontarecoperta troppo corta, magari allungandola un po'.
Ma nel diporto francamente mi sembra un po' "cercarsi il male come il dottore"

p.s.
stimolante e piacevole discussione
 
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Kurt non si arrende
view post Posted on 23/10/2011, 10:37




Vero, piacevole, perchè confrontarsi ( e per confrontarsi non intendo prendersi ad improperi come spesso succede) è comunque una fonte di conoscenza.

Torno un atimo sulle navi da crociera. La parola "crociera" e la parola "transatlantico" contengono il grosso cambiamento nel design delle nave. Un tempo si prendeva la nave per traversare l' Atlantico, velocemente e comodamente. Adesso è meglio farlo in aereo.

La nave perciò diventa non più un esercizio di velocità e comodità, ma comodità e fonte di divertimento. E' chiaro che ciò ha imposto un notevole cambiamento nel design delle stesse navi, che non solo devono darti delle cabine con tanto di balcone, ma anche spazi interni ed esterni che suscitino meraviglia. Di qui non c'è scampo, si deve passare attraverso altri tipi di strutture e, per chi è abbonato a Sky ed appassionato di queste cose, basta avere la fortuna di inciampare nel programma giusto ai canali 400 per vedere queste nuove meraviglie, oltre al fatto che una nave più corta è anche una nave meno costosa negli ormeggi/carenaggie etc. etc.

In questo bisogna anche dire che le nuove motorizzazioni elettriche ( non tutti lo sanno, ma la tendenza odierna è quella di montare sulle navi da crociera dei motori a ciclo otto che fungono da generatori, mentre le eliche sono mosse da dei motori elettrici. Questo dà alla nave due diversi vantaggi: in primo luogo le masse pesanti come i motori possono essere montate vicino al baricentro della nave, con ovvi vantaggi nel baricentro. Inoltre il sistema è più facilmente insonorizzabile per la comodità dei passeggeri. Inoltre il motore elettrico è più semplice da regolare come velocità/potenza trasmessa che è micrometrica e nell' inversione del senso di marcia. Non ultimo, la nave da crociera viaggia principalmente la notte, quando la richiesta elettrica a bordo è inferiore e conseguentemente l'utilizzo del generatore è ottimizzato) hanno aiutato parecchio.

Chiaro è che in questa nuova configurazione nascono delle navi bruttissime. Faccio un esempio, la serie nuova dei traghetti della Moby: per me sono orrende da vedersi all'esterno, però la configurazione interna rappresenta un vero salto di qualità ( tra l'altro, non lo dico io, ma la serie è stata premiata per il suo lay-out) e viaggiare con questa nave è sicuramente più piacevole che con altre.

More non ultimo: non è che le navi possano abbassare il baricentro troppo. I calcoli sono cose ben precise che, per esempio, vengono sempre effettuate al momento del carico e dello scarico delle navi containers. Una nave con il baricentro troppo basso rollerebbe troppo poco, con la conseguenza di stressare troppo le strutture. Non è un caso che, secondo il tipo di mare che una nave incontra, spesso gli conviene prenderlo di traverso piuttosto che di prua: questo perchè una rollata controllata e controllabile stressa di meno la struttura fra delle onde.

Ora....la domanda è: perchè dici tutto questo?

Per due motivi:
1 - perchè purtroppo bisogna sempre far di conto delle proprie esigenze. Probabilmente il "meglio" oggettivo non esiste. Esiste invece la cosa migliore per le proprie personali esigenze. La mia paura è che l'utenza "normale" non conosca bene le proprie esigenze ed invece è fuorviata da "si dice" notevoli. Faccio degli esempi: una notissimo fisherman USA ha una nomea di grande carena, la qual cosa è molto poco vera. Un altro brand, che produce barche molto più piccole che in USA si trovano a prezzi quasi da supermercato, viene venduto in Italia come un brand di lusso e la percezione dell'utente medio è quellab
2- Perchè la motorizzazione elettrica applicata alle barche da diporto la trovo interessantissima. La Siemens ha fatto una prova, bocciata dal mercato, due o tre anni fà. Io credo che sia un peccato, perchè sarebbe sicuramente una strada da esplorare. Ma qui cozziamo contro la percezione del mercato: un pò come nel caso dei motori 4 tempi e quelli 2 tempi.
 
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mako252
view post Posted on 24/10/2011, 18:50




Un altro brand, che produce barche molto più piccole che in USA si trovano a prezzi quasi da supermercato, viene venduto in Italia come un brand di lusso e la percezione dell'utente medio è quella!!!





Ciao Curzio,immagino,anzi direi,sono sicuro,a quale cantiere di riferisci. Sai che non sono d'accordo...e ..non credo di essere,come da te descritto,un utente MEDIO. Ammiro pero',ugualmente, la tua profonda preparazione in questo ambito.
 
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pietropesca
view post Posted on 24/10/2011, 18:57




A quale cantiere vi riferite?
Personalmente ne potrei citare diversi....
 
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Kurt non si arrende
view post Posted on 25/10/2011, 08:18




Concordo Pietro. Ma era solo per fare una esemplificazione. Una cosa che secondo me non ci si rende conto, che spesso la differenza fra gli scafi USA e quelli Italiani non è nella qualità del disegno oppure del lavoro ( spesso orrendo e fatto da maestranze a basso costo), ma nella qualità dei materiali usati e nelle loro sovrabbondanza. Basta vedere l'impianto elettrico di una barca "media" USA per accorgersi che i cavi sono letteralmente buttali lì, ma per contro hanno una dimensione doppia di quelli Italiani e sono di "marine quality", cioè argentati. Che significa una durata molto ma molto più lunga di quanto succede in Italia.

Faccio un altro esempio: ho assistito allo stripping della moquette e la sostituzione del pagliolato interno con del teack di 3 barche di gran marca Statunitensi. Sorpresa, anzi sopresissima, quasi tutto ciò che era sottostante la moquette era fatto in compensato di basso livello, quasi un "danneggio", come viene chiamato in gergo navale.

Renato....vuoi una prova provata di quanto ti dico. Visita il sito del cantiere e guarda il prezzo a cui vengono fferte quele barche, complete di motorizzazione a scelta vastissima. Ti lascia letteralmene a bocca aperta.

Resta comunque il fatto che i numeri USA permettano uno studio del prodotto incredibile.

A me, per esempio, il 37 Boston non piace granchè, però come si fà a non rimanere ammirati da certe soluzioni tecniche, tipo il tendalino per fare un esempio. Oppure ho seguito sul loro sito passo passo lo sviluppo dello Scout 345. Il manichino è stato quasi un anno nelle mani dei tecnici che se lo sono girato e rigirato per trovare soluzioni intelligenti. Arrivo a dire persino troppe. Chi mai si può permettere in Italia di fare ciò?
 
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mako252
view post Posted on 25/10/2011, 16:47




Ciao Curzio,io NON parlo di quelli della nuova gestione ma,di quelli che anche io e te,abbiamo avuto!! hammer usaflag

Su quelli della nuova gestione,non mi esprimo,non ci ho mai navigato e viste anche le caratterstiche (sul loro sito)..MAI le comprerei!! :D :P
 
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pietropesca
view post Posted on 25/10/2011, 17:23




Un tipico problema dei marchi USA è che a volte succede che vengano "creati" e resi famosi da una gestione, spesso "privata" ed in seguito venduti a grandi società, magari finanziarie.
Del cantiere originario e della sua filosofia costruttiva difficilmente rimane qualcosa, oltre ad un marchio.
Laddove la gestione originaria costruiva perseguendo, oltre ad un ovvio fine economico, un proprio fine di qualità,
ed era la filosofia che la aveva portata ad un meritato successo,
i dirigenti della nuova gestione, dovendo rendere conto agli azionisti, perseguono esclusivamente l'obiettivo del maggior guadagno immediato.

Non sempre è così ma gli esempi sono parecchi.
Tra i tanti 2 nomi che tutti conoscono:
Bertram e Tiara.

Per evitare noiose polemiche non consideriamo Bertram che, da quando di proprietà del gruppo Ferretti, per i "puristi" non è più Bertram, limitiamoci a Tiara.

Il nome Tiara negli anni '80-'90 anni '90 si è meritatamente guadagnato una fama di buone carene e di ottima costruzione, nonché di buona qualità generale degli impianti di bordo.
Se ti infili nella sala macchine di un Tiara di oggi la prima cosa che noti è un impianto elettrico che sembra sia stato fatto letteralmente "buttando" qualche matassa di cavi e fascettando qua e là, come capita capita.
La costruzione è sempre fatta con materiali di ottima qualità, le finiture impeccabili (per certi versi anche superiori a quelle di una volta), ma francamente non è più il Tiara di una volta.

p.s.
di Mako non voglio neanche parlare perché quegli "affaretti" che oggi ne portano il marchio nulla hanno delle barche che in passato hanno fatto la storia del cantiere.
 
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mako252
view post Posted on 25/10/2011, 17:48




p.s.
di Mako non voglio neanche parlare perché quegli "affaretti" che oggi ne portano il marchio nulla hanno delle barche che in passato hanno fatto la storia del cantiere.








Sono d'accordo!! Idem per quanto hai scritto sopra,pero',devo dirti,che proprio di fronte al mio piccolo 252(che va ..che e' una meraviglia :D ..),ho un Tiara 36,mi pare del 2004 o 2005,non ho visto la sala macchine ma...E' DI UNA BELLEZZA..fuori misura!! ;) ..per i miei gusti logicamente!!



P.s. negli anni ho avuto diversi Mako (i vecchi 25,22,241 e 261) erano fantastici,specialmente il 241 e il 261 ma,credimi,il 252 dei primi anni 2000, come carena e morbidezza sull'onda,ha ben poco da invidiargli a quelli degli anni '80!!

Edited by mako252 - 25/10/2011, 19:05
 
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pietropesca
view post Posted on 25/10/2011, 19:15




CITAZIONE (mako252 @ 25/10/2011, 18:48) 
p.s.
di Mako non voglio neanche parlare perché quegli "affaretti" che oggi ne portano il marchio nulla hanno delle barche che in passato hanno fatto la storia del cantiere.








Sono d'accordo!! Idem per quanto hai scritto sopra,pero',devo dirti,che proprio di fronte al mio piccolo 252(che va ..che e' una meraviglia :D ..),ho un Tiara 36,mi pare del 2004 o 2005,non ho visto la sala macchine ma...E' DI UNA BELLEZZA..fuori misura!! ;) ..per i miei gusti logicamente!!



P.s. negli anni ho avuto diversi Mako (i vecchi 25,22,241 e 261) erano fantastici,specialmente il 241 e il 261 ma,credimi,il 252 dei primi anni 2000, come carena e morbidezza sull'onda,ha ben poco da invidiargli a quelli degli anni '80!!

Nell'ordine:

TIARA
- prova a riguardare l'impianto elettrico in sala macchine (è di quello che parlavo) con maggior senso critico e meno "timore reverenziale" nei confronti del marchio e vedrai che cambierai idea; dai anche un'occhiata alla insonorizzazione; non voglio dire che non siano buone barche, ma semplicemente che lo standard di superiorità nei confronti della concorrenza non è quello di una volta (e non è certo che la concorrenza abbia alzato il suo, anzi...)

MAKO
- il 252 di quegli anni è una cosa, sono quelli di oggi che sono un'altra .....
 
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pietropesca
view post Posted on 25/10/2011, 20:30




CITAZIONE (Kurt non si arrende @ 25/10/2011, 09:18) 
Faccio un altro esempio: ho assistito allo stripping della moquette e la sostituzione del pagliolato interno con del teack di 3 barche di gran marca Statunitensi. Sorpresa, anzi sopresissima, quasi tutto ciò che era sottostante la moquette era fatto in compensato di basso livello, quasi un "danneggio", come viene chiamato in gergo navale.

La stessa cosa ho visto coi miei occhi in parecchie occasioni, ma sempre il pagliolato era in ottime condizioni, nonostante le barche avessero in alcuni casi oltre 25 anni.
Quelle cui fai riferimento in quali condizioni l'avevano?
Ho personalmente visto demolire su una barca da pesca vecchia di 30 anni (tutti di duro lavoro giornaliero) la coperta in compensato "non marino" resinato solo sulla parte superiore. Se mi avessero detto di costruirla in tal modo avrei scommesso che sarebbe durata da natale a capodanno, invece era sana ed in ottime condizioni.
Quello che voglio dire è che di per se stesso non è un "peccato" utilizzare un materiale non "nobile" se bene assolve quel particolare compito.
Il "peccato" vero è utilizzare materiali anche nobilissimi in maniera sbagliata o per utilizzi per i quali non sono adatti, errore nel quale indulgono parecchi cantieri, italiani ed USA.


CITAZIONE (Kurt non si arrende @ 25/10/2011, 09:18) 
Resta comunque il fatto che i numeri USA permettano uno studio del prodotto incredibile.

Verissimo, ma è altrettanto vero che pochi cantieri lo fanno veramente.

CITAZIONE (Kurt non si arrende @ 25/10/2011, 09:18) 
A me, per esempio, il 37 Boston non piace granchè, però come si fà a non rimanere ammirati da certe soluzioni tecniche, tipo il tendalino per fare un esempio. Oppure ho seguito sul loro sito passo passo lo sviluppo dello Scout 345. Il manichino è stato quasi un anno nelle mani dei tecnici che se lo sono girato e rigirato per trovare soluzioni intelligenti. Arrivo a dire persino troppe. Chi mai si può permettere in Italia di fare ciò?

Ragazzi, lo confesso, mi sento di un'altra era geologica: francamente quando valuto una barca tendalini ed altre amenità, a meno che non siano posizionate in modo da essere d'intralcio, non lo considero neanche.
Ma nonostante questo ( e le tante "belinate" riportate sul sito ufficiale: bellissima quella della supposta innovazione nell' incollaggio scafo-coperta) nel panorama attuale gli Scout non sono male.

p.s.
Comunque io ho gusti molto semplici e le barche per pescare mi piacciono "tradizionali", cioè: buone carene, magari con V non eccessivamente profonde, ottimi materiali, impianti ben fatti, il più possibile basse sull'acqua e "belle".
2 esempi su tutti:
- piccole ............... STRIKE www.strikeyachts.com/Default.aspx
- grandi ................ VIKING (secondo me in quanto a qualità del prodotto, il punto di arrivo)
 
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Kurt non si arrende
view post Posted on 25/10/2011, 21:36




La sai una cosa buffa: con Andrea Lia ho sviluppato il 30WA, con la successiva benedizione di Codega. L'idea mi era venuta guardando il Contender 32FA, che per altro ha una carena fantastica, perlomeno sino a che riesce a navigare forte, ma che non sodisfaceva diverse delle mie esigenze, non ultima la mancanza del prendisolo per la moglie. Tra l'altro "mutuammo" un pò di idee da altre barche tipo lo Yellow Fin 42.

Fatta e collaudata la barca da più di un anno, vagando su internet trovammo il 37 ( che per altro trovo bellissimo ma sfruttato un pò male dentro) della Striker, tra l'eltro creato un anno o due prima della barca fatta con Andrea. La ns ( scusate se dico ns, ma mi sento un pò il padre ed Andrea me ne ha sempre dato generosamente atto) pare un clone in piccolo dello Strike.

Comunque adesso, tutti ma letteralmente tutti i cantieri USA stanno sfornando barche con quel concetto. Non mi fraintendete, non dico che ci hanno copiati, dico solo che siamo arrivati fra i primi a concepire un tipo di Layout.

Per il Viking....che dire....belle e poi il nuovo 42 nella versione express credo che diventerà un vero e proprio un benchmark. Oggi come oggi fra i fisherman di serie, credo che sia la migliore.

Comunque di barche USA belle ce ne sono, specialmente nelle grandi, tantissime. A me piace particolarmente il 70 Jarrett Bay per le soluzioni che ha, ma la lista potrebbe essere lunga tantissimo.

Fra le barche più piccole, a me intriga moltissimo il Legend 37. Ma anche in questo caso la lista potrebbe diventare lunga, anzi lunghissima.

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Due cose: per la praticità la penso al 100% come te. Ed è per questo che sono ammirato dal tendalino del Boston 37. Ma non solo: faccio un esempio, l'estetica dei montanti del T top, calpestabile, che fanno anche da scala. Oppure i bellissimi vetri ( concettualmente creati dall' Everglades)

Confermo tra l'altro che i compensati erano più che sani nelle barche che ho viste smontate.

Per quanto riguarda estetica/prestazioni....beh, mettiamola così: sono stato un fortunato possessore di una barca per me indimenticabile, il Black Fin 32...

 
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mako252
view post Posted on 25/10/2011, 21:49




barca per me indimenticabile, il Black Fin 32...



Curzio,qui da me c'e' un 29 Fly....che ne pensi??
 
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46 replies since 30/1/2011, 14:16   3837 views
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