CITAZIONE (the king sbt @ 31/3/2011, 16:54)
CITAZIONE (pietropesca @ 31/3/2011, 13:44)
Purtroppo no.
Non si sa neanche cosa verrà stabilito.
L'unica cosa certa è che, in qualche modo, dovranno pronunciarsi ed agire di conseguenza.
Penso che la questione sia DELICATISSIMA:
Da una parte abbiamo lo stato che ha sempre bisogno di soldi, dall'altra un settore che é sempre più in crisi, e se dovessero optare per l'adeguamento non l'aiuterebbero di certo.
E poi se non dico eresie tutta questa convenienza si ha solo su barche dai 12 mt in sù, perchè sotto ai 12 mt la differenza percentuale dell'aliquota IVA é minima.
Il problema è che il settore è in crisi non solo per la situazione di crisi economica generale che ha colpito e colpisce tutti
(quasi) ma ANCHE proprio a causa del leasing che ha permesso l'entrata nel settore anche ad una clientela priva di mezzi economici proporzionati all'acquisto e mantenimento di un bene voluttuario e non necesario quale è una barca.
Che, non dimentichiamolo, NON è né la penicillina per curare i ns figli né i libri per farli studiare.
La barca è un di più, è qualcosa che (in una lontana era ante-leasing) veniva acquistata in base ai propri mezzi:
- avrei voluto un Bertram 37 nuovo da 800 milioni di lire, non potevo affrontare la spesa e mi compravo un Bertram 38 di una decina d'anni con 180/200milioni, oppure un 37 usato con 300/350
- mi piaceva il Vegliatura 27 nuovo da 180miloni ma mi compravo una pilotina simile usata con 50/60
e così via.
Il cliente comprava quanto poteva permettersi, ed era una clientela di appassionati, chi comprava la barca in quanto status symbol non era la regola bensì l'eccezione.
I posti barca erano difficili da trovare (almeno in Liguria) ma avevano tariffe
proporzionate ai valori delle barche.
Grazie al leasing si è diffuso il costume di acquistare barche di categoria superiore alle esigenze del Compratore e soprattutto con costi (d'acquisto e gestione) al di fuori della propria portata.
Bastava presentare un 740 decente o un bilancio aziendale accettabile e banche e società facevano a gara per concedere leasing.
La prima conseguenza è stata che parecchi compratori si sono trovati a non riuscire a pagare i canoni di locazione e hanno messo in vendita le barche, o se le sono viste sequestrare (da società o banche che ovviamente le hanno immesse sul mercato).
Nel 2008 è esplosa la crisi finanziaria e tutti si sono ritrovati a dover fare i conti e tornare a vivere in base alle proprie disponibilità (peraltro improvvisamente ridottesi).
Per far breve una storia lunga il risultato è stato che il mercato dell'usato si è trovato "ingolfato" di barche, parecchie uguali una all'altra (parlo soprattutto di barche a vela), con lo stesso identico contratto di leasing in cui subentrare.
Infine il governo, nella perenne ricerca di mezzi adeguati a combattere l'evasione fiscale (ma l'aver creato un sistema leasing basato sul non pagamento dell'aliquota iva per intero non è favorire l'evasione?) ha creato le tabelle indicative della "capacità contributiva".
In queste condizioni francamente non è facile vedere una luce in fondo al tunnel dell'attuale crisi nera del mercato nautico.
Richiesta quasi inesistente e offerta abnorme, questa è la realtà del mercato,
nonostante le "veline" pubblicate dalle riviste del settore (che non dimenticate "campano" grazie alle inserzioni pubblicitarie di cantieri ed importatori).
L'unica certezza è quindi che questo è un momento favorevole a chi compra e sfavorevole a chi vende.