semplice: io ai bottomship, così come agli hots del video, ma anche a altri inchiku di buona qualità gli ami non li cambio, a meno che non li veda usurati... ma ahimè, facendo una normale manutenzione (sciacquatura in acqua dolce e asciugatura in luogo fresco e asciutto) in genere muore prima l'inchiku attaccato al fondo dei suoi ami
Però occorre chiarire in relazione ai bottomship che il discorso vale per la produzione recente e mirata al mercato europeo, perchè i primi importati dal Giappone avevano gli ami che si raddrizzavano facilissimamente per scelta dovuta a esigenze di quel mercato: molti pesci ma di piccole dimensioni e desiderio di cavare fuori l'inchiku dall'arrocco sacrificando l'amo col suo raddrizzamento. Ora le cose sono cambiate.
Se hai fatto caso il video termina con una battuta sugli ami se si devono cambiare da originali o no. Quella battuta nasce proprio da alcune discussioni su altri forum a volte arrivate a sfiorare la polemica che sono state portate avanti da me e icefab vs altri forumisti che sostenevano la necessità di cambiare gli ami con altri modelli addirittura da VJ, come gli SJ41 owner e similari. Senza voler rivendicare alcuna primogenitura che lascia il tempo che trova, Icefab e io fummo tra i primi a praticare in Italia prima il kabura e poi l'inchiku, sotto le preziose imbeccate di Alfio Elio Quattrocchi, quando tali oggeti da noi neanche esistevano sul mercato. Di ami ahimè ne raddrizzammo molti, e anche la nostra prima idea fu quella di sostituirli con altri più robusti ma ahimè pesanti, voluminosi e a filo più grande, e questo ci costò molto in termini di attacchi e di allamate efficaci. Usavamo forzatamente canne di ripiego (quelle adatte non c'erano i commercio da noi e costavano un occhio in Giappone) Solo quando finalmente riuscimmo ad avere in mano le prime canne veramente dedicate al kabura e ancor più all'inchiku, capimmo che con una canna come si deve e un po' di manico acquisito con l'esperienza gli attacchi erano molti di più, e gli ami originali raddrizzati diminuivano fino a scomparire, salvo prede davvero "out off range". In sintesi il mio pensiero è: inchiku e kabura sono parenti del VJ, ma si distaccano molto in termini di tecnica e attrezzature dal VJ anche light, e necessitano di attrezzi sensbilissimi ma molto reattivi, e di esche con ami sottilissimi e leggerissimi (originali o no non è fondamentale, conta la loro qualità che nelle esche commerciali è molto variegata). Sostituire gli ami originali con altri analoghi ma di qualità superiore è OK, ma passare a tipologie di ami diversi, non consente di essere efficaci con canne da Inchiku (meno ferrate e ami pianati male o per niente), ma se si vuole usare un inchiku con una canna da VJ, è lecito,però occorre montare un assist da vj, magari singolo e si ha una ottima esca da vj, ma non si sta facendo inchiku ma vj
. Spero di essere riuscito a spiegami e spero di non apparire come uno che vuole fare dei distinguo filosofici o di fede, ma chi conosce bene le tecniche di cui stiamo parlando credo capisca cosa intendo. Per esemplificare: spinning e mosca sono tecniche per certi versi simili e con punti di contatto, in certi casi certe esche possono addirittura essere condivise, ma nessuno si sognerebbe di dire che sono la stessa cosa una più light e una meno
il video sopra ovviamente sta all'estremo del discorso, visto che una ricciola di oltre 25kg non può essere tra i normali target di chi pesca a inchiku, e infatti quella cattura spicca per la sua eccezionalità oltre che della bravura del pescatore, anche per una serie di circostanze fortunate. Però su come lavora quella canna, assecondando quando deve assecondare, prendendo quando deve prendere e su come regge sforzi oltre a quelli per cui è nata il video è lampante
attenzione che la taka si 6012 è una canna che si colloca al limite tra le canne da vj light e quelle da inchiku e che non consiglierei come prima canna da inchiku in acque liguri. L'inchiku tra l'altro a mio parere viene affrontato al meglio col rotante.